Nel cuore del Rione Sanità, si trova il palazzo progettato a inizio Settecento dall’architetto napoletano Sanfelice come sua residenza privata, divenuto uno dei capolavori del barocco napoletano. Di grande interesse architettonico gli esterni: l’edificio è infatti composto da due corpi unificati dalla facciata e la sua particolarità è proprio la scalinata interna ad ali di falco, dal grande effetto scenografico.
Forse proprio per questo il cortile ha fatto da sfondo al film “Questi Fantasmi!”, tratto dalla commedia di Eduardo De Filippo.
Napoli
La seconda guida DUBL riguarda Napoli ed è dedicata Rione Sanità, uno dei quartieri più popolosi nel cuore della città.
La Sanità è nata originariamente come necropoli e area cimiteriale. In quest’area sorsero ipogei ellenistici e, successivamente, catacombe paleocristiane come quelle di San Gennaro e San Gaudioso. Dal XVII secolo la zona fu chiamata “Sanità” perché ritenuta incontaminata e salubre, anche grazie a proprietà miracolose attribuite alla presenza delle tombe dei Santi.
Il quartiere si sviluppò urbanisticamente solo dal XVII secolo, a partire dalla costruzione della Basilica di Santa Maria della Sanità, diventando l’area prescelta da nobili e borghesi napoletani per le proprie dimore. Nel XVIII secolo le sue strade diventarono il percorso privilegiato della famiglia reale dal centro della città alla Reggia di Capodimonte.
A causa del percorso particolarmente tortuoso, si ritenne necessaria la costruzione di un collegamento diretto, il Ponte della Sanità, causando in questo modo l’isolamento del quartiere.
Ecco perché la percezione oggi è quella di una periferia al centro di Napoli: un luogo autentico che vi invitiamo a scoprire lasciandovi sorprendere da quei luoghi unexpected che vi lasceranno senza fiato!
Basilica San Severo e Figlio Velato di Jago
La Basilica di San Severo è stata recentemente restaurata, mentre la piazzetta antistante è stata riqualificata con nuovi arredi urbani, per restituirla alla comunità.
La Cappella dei Bianchi è un tesoro nascosto, in cui sono conservati dipinti di Andrea Vaccaro, Luca Giordano e Francesco Fracanzano. Dal 2019 ospita anche la scultura “Figlio Velato” dello street artist Jago. L’opera si ispira al Cristo Velato di Giuseppe Sammartino ed è scolpita in un unico blocco di marmo. Raffigura un bimbo coperto da un velo, a simboleggiare la morte di tutti gli innocenti del nostro tempo.
Basilica di Santa Maria della Sanità
Nel cuore del Rione, la Basilica di Santa Maria della Sanità è punto di riferimento del quartiere.
È conosciuta come Chiesa del Monacone perché custodisce la statua di San Vincenzo Ferreri, frate domenicano e patrono della Sanità.
La basilica è un autentico museo della pittura napoletana del XVII secolo, con preziosi quadri, tra gli altri, di Luca Giordano e Andrea Vaccaro, e la prima rappresentazione napoletana della Madonna con Bambino, salvata dalle Lave dei Vergini nel V-VI secolo d.C.
La basilica barocca è anche punto di accesso alle Catacombe di San Gaudioso.
Basilica di San Gennaro Extra Moenia
Si tratta di una basilica paleocristiana costruita nel V secolo d.C.
In origine dava accesso alle Catacombe di San Gennaro.
Come le Catacombe, fu abbandonata dopo il furto delle spoglie di San Gennaro nel V secolo.
Nel XV secolo fu ristrutturata e adeguata al gusto barocco. Al posto del vicino monastero fu costruito un ospedale per appestati (San Gennaro dei Poveri), poi ospizio per i poveri. Nonostante un nuovo restauro nei primi del Novecento che la riportò alle forme originarie, la Basilica diventò un deposito del vicino ospedale.
Dal 2008 è tornata ad essere parte della vita del quartiere: Uno dei luoghi di culto dimenticati, restituito di recente alla città.
Catacombe di San Gennaro
Scendendo qualche scalino, si raggiungono facilmente le Catacombe di San Gennaro, dove si trovava la tomba del santo patrono.
Le catacombe di San Gennaro nacquero dall’ampliamento di una cappella gentilizia a partire dal II secolo d.C., dopo la deposizione di Sant’Agrippino, primo patrono di Napoli, e poi con l’arrivo di San Gennaro.
Sono composte da due livelli non sovrapposti, e caratterizzate da spazi ampi, scavati in orizzontale.
Nelle Catacombe si potranno apprezzare i preziosi mosaici posti sulle tombe dei primi vescovi di Napoli, affreschi di antiche famiglie napoletane recuperati dalla rovina e particolari strutture ricavate nel tufo. Un viaggio sotterraneo nella storia della cristianità napoletana.
Ingresso adiacente alla Basilica del Buon Consiglio
Catacomba di San Gaudioso
Sotto la Basilica di Santa Maria della Sanità, centro nevralgico del Rione, sorge quello che era il secondo cimitero paleocristiano più importante della città.
Settimio Celio Gaudioso, detto Gaudioso di Napoli o Gaudioso l’Africano fu vescovo di Abitine, in Tunisia.
Arrivò a Napoli per un evento fortuito e alla sua morte, fu sepolto tra il 451 e il 453 d.C. nell’area cimiteriale extra moenia di Napoli. Il luogo della sua sepoltura diventò ben presto oggetto di culto e da lì cominciò ad espandersi il cimitero ipogeo paleocristiano poi diventato Catacombe di San Gaudioso.
Di particolare pregio l’intensità degli elementi paleocristiani, come la tomba di San Gaudioso, gli affreschi e i mosaici del V-VI secolo, ma anche le particolari sepolture riservate ai nobili, risalenti al Seicento, quando le catacombe ripresero la funzione di sito sepolcrale, dopo il un lungo periodo di abbandono del sito a partire dal Basso Medioevo.